I PRIMI GIORNI DI ALLATTAMENTO

Cos’è l’allattamento?

L’abitudine all’allattamento si costruisce fin dai primi momenti di vita del bambino.  Per questa ragione, subito dopo il parto si mette il neonato in contatto immediato e prolungato con la madre, “pelle a pelle”. Anche se appena nato, il bambino è in grado di trovare da solo il seno e di succhiare. E’ un momento privilegiato di contatto profondo noto come “bonding”. L’attacco precoce e prolungato al seno è un fattore predittivo importante della durata e dell’esclusività dell’allattamento.

Cosa produce il nostro seno i primi giorni?

Nei primi giorni dopo il parto si trova la produzione di colostro, un liquido giallognolo, ricco di proteine, minerali e vitamina A ed anticorpi (immunoglobuline). Dopo i primi giorni di allattamento, il colostro si trasforma in latte maturo che è più ricco di grassi, carboidrati e vitamine del complesso B.

La composizione del latte cambia con il passare dei mesi soprattutto per la progressiva sostituzione delle proteine. Variazioni si osservano anche nell’arco della giornata e anche durante la singola poppata. All’inizio di ogni poppata, per esempio, il latte ha meno grassi, che invece aumentano fino alla fine della suzione, dando al lattante un senso di sazietà.

Come posizionarsi per allattare

Una corretta posizione durante la poppata è fondamentale. La mamma deve essere comoda, rilassata e mantenere il corpo del bambino a contatto con il seno, permettendogli di sfruttare le sue competenze innate per raggiungere il capezzolo.

Quando il bambino è attaccato bene, è possibile notare:

  • La bocca è bene aperta e “riempita” dal seno;
  • Il mento sfiora il seno;
  • Il labbro inferiore è rovesciato in fuori e la lingua appoggiata al seno;
  • L’areola, la parte scura intorno al capezzolo, è meglio visibile sopra il labbro superiore piuttosto che sotto quello inferiore;
  • Il modo di poppare varia da suzioni brevi a movimenti lunghi e profondi, intervallati da pause.
  • Controllare la posizione e l’attacco al seno del bambino è utile soprattutto per la mamma, per prevenire inconvenienti come dolore ai capezzoli, ingorgo, mastite e ragadi.

Quando non è consigliato l’allattamento?

Tuttavia, l’allattamento al seno può essere difficile per alcune donne e può richiedere tempo e impegno per stabilire un buon flusso di latte. Inoltre, ci sono alcune situazioni in cui l’allattamento al seno potrebbe non essere consigliato, come in presenza di alcune malattie della madre o del neonato:

  • Galattosemia;
  • Malattia delle urine a ”sciroppo d’acero”;
  • Fenilchetonuria (un allattamento al seno parziale è possibile, sotto stretta supervisione).
  • Anche terapie con particolari farmaci ed alcune patologie della mamma possono controindicare l’allattamento materno, come nel caso dell’infezione da HIV e dell’herpes simplex a livello del capezzolo.

In caso di difficoltà nell’allattamento, è importante chiedere aiuto a un professionista sanitario qualificato, come un consulente per l’allattamento o un medico. In alternativa, esistono anche altre opzioni di alimentazione del neonato, come l’alimentazione con il latte artificiale.

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